Il tema affrontato nella giornata di studi,  tenutosi presso la sala conferenze dell'Archivio di Stato di Reggio Calabria, mette in luce uno spaccato di storia cittadina fatta riemergere dagli scaffali della memoria dopo attente e pazienti ricerche effettuate da Gianni Aiello, presidente del Circolo Culturale “L'Agorà” che da sempre persegue il fine del recupero della memoria storica.
L'argomento trattato riguarda il Novecento e nella fattispecie la presenza di alcuni prigionieri austro-ungarici a Reggio Calabria durante il primo conflitto mondiale.
La scoperta di tali documenti “rivoluziona”, se vogliamo, la geografia dei campi di accoglimento dei prigionieri durante il periodo bellico in questione, in quanto nell'Italia peninsulare il più a Sud era quello nella zona dell'alto cosentino, mentre per la parte insulare quelli della Sicilia.
I continui cambiamenti di fronte della “grande guerra” crearono a tutti comandi degli eserciti belligeranti il problema relativo all'enorme flusso dei prigionieri che per una serie di circostanze logistiche dovevano essere collocati in territorio lontani dai luoghi delle operazioni militari, anche perché quelli ubicati nel centro nord dell'Italia erano già in esubero, ma anche per motivi di sicurezza interna ed anche di ordine pubblico.
Altri “problemi” di natura logistica erano quelli relativi indirizzati all'assistenza sanitaria ed al mantenimento degli stessi prigionieri.
Dalle stime riportate dagli storici risulta che in Italia durante le fasi della guerra  i prigionieri austro-ungarici ammontavano 180.000, mentre tale cifra ebbe a raggiungere la quota di oltre  400.000 unità alla fine del conflitto.
Molti di essi, circa 40.000, mentre altre stime fanno superare tali cifre, morirono o per malattie (la spagnola), o per le ferite riportate sui campi di battaglia, o per la conseguenza dell'inalazione dei gas tossici usati sui vari fronti dell'Europa.
Alla manifestazione hanno partecipato il Direttore della biblioteca nazionale di Budapest, Istvan Monok, accompagnato da Sara Torok, del dipartimento  informazione del prestigioso istituto culturale magiaro e la direttrice dell'Archivio di Stato di Reggio Calabria  Lia Domenica Baldissarro che ha espresso parole di elogio per la lodevole iniziativa.
Dai documenti discussi da Gianni Aiello, durante la conferenza stampa, risulta il decesso di  sei  militari facenti parte dell'esercito austro-ungarico il presidio ospedaliero di Reggio Calabria ed avente l'età tra i 23 ed i 46 anni.
Dalla lettura degli stessi documenti si sono ricavati diverse informazioni sui militari, quali le loro competenze di servizio, ma nel contempo anche le loro origini, gradi di parentela, luogo e data di nascita.
La causa del loro decesso, probabilmente è   riconducibile all'epidemia della spagnola o all'inalazione di gas tossici.
Gianni Aiello ha fatto presente nel corso del suo intervento che tali ricerche avranno degli ulteriori sviluppi, come ad esempio il ritrovamento del luogo dove riposano i resti mortali degli stessi prigionieri.
I prigionieri presenti in città erano utilizzati per lavori opere di civili, come la manutenzione ordinaria delle strade, e quant'altro veniva stabilito dalle disposizioni ministeriali vigenti del tempo.
Gli stessi alloggiavano presso alcuni baraccamenti nei pressi del castello aragonese.
C'è da evidenziare che altre indicazioni erano  indirizzate al loro utilizzo anche in lavori agricoli, così come stabilivano i vari punti della Convenzione dell'Aia del 1907 che indicavano l'utilizzo dei prigionieri non graduati sia per lavori pubblici che privati.
In Italia le autorità competenti applicarono quanto stipulato nel 1907  solo in data 25 maggio 1916 secondo le indicazioni di  una circolare del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio fatta pervenire ai Prefetti che stabiliva che i prigionieri fossero utilizzati “in lavori agricoli ed industriali esterni al campo di prigionia”.
Il Direttore della biblioteca nazionale di Budapest, Istvan Monok ha avuto parole di elogio sia per l'iniziativa in se stessa che ha avuto il merito di aggiungere un tassello nel mosaico della storia locale ma anche di saldare i rapporti tra i due territori.
E nel contempo ha espresso gratitudine sia al Circolo Culturale "L'Agorà" di Reggio Calabria ed anche a Gianni Aiello per le ricerche effettuate e  per l'impegno profuso in tal senso.
Sulla stessa sintonia è stata la Direttrice dell'Archivio di Stato di Reggio Calabria Lia Domenica Baldissarro.

ShinyStat
12 aprile 2008